Conversazioni

«Tutti noi possiamo contribuire all’ulteriore sviluppo della CIP».

Lo scorso aprile il Consiglio federale ha avviato una consultazione sulla cartella informatizzata del paziente (CIP). «Va sviluppata ulteriormente sotto diversi aspetti», afferma Gian-Reto Grond*, responsabile della sezione Sanità digitale dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).


Signor Grond, lo scorso aprile il Consiglio federale ha avviato una consultazione sulla cartella informatizzata del paziente. Di cosa si tratta?

Il Consiglio federale intende sviluppare ulteriormente la CIP e con questo incarico ha fornito indicazioni sulla direzione in cui procedere. Parla di «valori di riferimento», sulla base dei quali il Dipartimento federale dell’interno (DFI) elaborerà un progetto da porre in consultazione.
 

Cosa significa tutto ciò per le numerose comunità di riferimento che già offrono la CIP? Possono continuare a farlo?

Certamente. Indipendentemente dall’esito della consultazione, i Cantoni e le comunità di riferimento dovrebbero ottimizzare i loro processi e istituire punti di apertura locali. Tutti noi possiamo sostenere l’introduzione della CIP.

 

«Anche i privati possono continuare ad aprire in qualsiasi momento la loro CIP senza dover aspettare i risultati della consultazione».

 

Che cosa comporta la revisione della legge per i privati?

Anche i privati possono continuare ad aprire in qualsiasi momento la loro CIP senza dover aspettare i risultati della consultazione. La CIP è già disponibile. Ora si tratta di svilupparla ulteriormente con le misure proposte dalla Confederazione. Più persone aprono una CIP e meglio è, anche solo per il fatto che in questo modo hanno accesso immediato ai propri dati medici. E, a mano a mano che l’interesse aumenta, si uniranno sempre più professionisti della salute: spero in un effetto «valanga».

 

Quali sono le proposte più importanti del Consiglio federale?

Il Consiglio federale propone diverse misure sulla base delle prime esperienze fatte con la CIP: tra le altre cose, una chiara ripartizione di compiti e competenze tra Confederazione e Cantoni, la raccolta di «dati dinamici», un finanziamento a lungo termine e adeguamenti del contenuto (il progetto completo è disponibile Link esterno: qui).

 

Che aspetto avrà la ripartizione dei compiti?

La ripartizione delle competenze tra Confederazione e Cantoni deve essere disciplinata in modo più preciso. Per farlo, c’è bisogno di un nuovo quadro legislativo.

 

Xsana, uno degli offerenti della CIP, utilizza una nuova piattaforma tecnica gestita non più da Swisscom, ma dalla Posta. Cosa significa per chi utilizza una CIP registrata da xsana? 

È una domanda a cui deve rispondere xsana. Noi della Confederazione speriamo che l’utente non noti neanche la differenza: del resto si potranno continuare ad aprire nuove CIP in qualsiasi momento e a consultare quelle esistenti. L’Ufficio federale della sanità pubblica e Link esterno: KPMG, l’ente di certificazione responsabile, monitorano da vicino questo passaggio per garantire il rispetto delle prescrizioni legali, in particolare per quanto concerne la sicurezza e la protezione dei dati. 

 

Cosa sono i «dati dinamici» che ha appena citato?

Contrariamente a quanto avviene nel formato PDF, i dati dinamici possono essere inseriti e modificati direttamente nella CIP, per esempio nel caso di un certificato di vaccinazione. Apri il link interno in una nuova scheda: La pianificazione del nuovo certificato di vaccinazione elettronico è già in fase avanzata. Anche i piani di terapia farmacologica dovrebbero essere disponibili nell’autunno 2023. Quando un paziente riceve un nuovo medicamento o un dosaggio diverso, questa informazione è visibile immediatamente nella CIP.

 

«La cosa importante è che i Cantoni e le comunità di riferimento non stiano con le mani in mano, ma cerchino insieme delle soluzioni».

 

Quali soluzioni di finanziamento sono previste?

Secondo la proposta, saranno i Cantoni a farsi carico dei costi di gestione delle comunità di riferimento. La Confederazione si occuperà dei costi per l’ulteriore sviluppo della CIP. Fino a quando la questione del finanziamento non sarà chiarita, il Consiglio federale intende garantire una soluzione transitoria. Questa verrà elaborata come progetto autonomo e sarà valida anche retroattivamente. La cosa importante è che i Cantoni e le comunità di riferimento non stiano con le mani in mano, ma continuino a sostenere insieme la CIP.

 

In autunno 2022 in tutta la Svizzera erano state aperte 12 000 cartelle informatizzate del paziente. Come valuta la situazione fino ad ora?

A prima vista questo numero può apparire esiguo. Tuttavia è necessario tener presente che siamo all’inizio di un ampio processo di trasformazione che ci permetterà di passare da una gestione analogica a una gestione digitale dei dati sanitari. Sono cambiamenti che non avvengono dall’oggi al domani. L’introduzione della CIP è molto più di un semplice progetto informatico: è un obiettivo infrastrutturale a livello nazionale e, in quanto tale, richiede un cambiamento di mentalità e notevoli adeguamenti di processo da parte di tutti gli attori coinvolti. Per il prossimo anno, la Confederazione ha in programma una campagna di comunicazione su vasta scala per presentare la CIP a un pubblico più ampio e aumentarne la domanda.

 

Il numero di adesioni alla CIP aumenterebbe anche con l’introduzione di un obbligo.

Al momento l’obbligo di aprire una CIP non è neanche in discussione. La proposta della Confederazione è creare automaticamente una CIP per tutti i cittadini, che potranno decidere volontariamente di revocarla. Questo modello opt-out è al vaglio nell’attuale consultazione.

 

I professionisti della salute che esercitano in ambito ambulatoriale, invece, potrebbero essere obbligati ad aderire alla CIP. Cosa ne pensa?

Attualmente, la CIP è obbligatoria per gli istituti che erogano prestazioni stazionarie, come ospedali e case di cura, e per i medici autorizzati di recente. Estendendo l’obbligo a tutti professionisti della salute che esercitano in ambito ambulatoriale, raggiungeremmo in tempi brevi un bacino d’utenza molto più ampio. Inoltre, i pazienti avrebbero la garanzia che i loro dati vengono registrati nella CIP.

 

Abbiamo parlato dell’ulteriore sviluppo della CIP. Secondo Lei, in quali ambiti vi è ancora necessità di intervento?

La sicurezza e la protezione dei dati restano la priorità assoluta per la CIP. In questo senso non siamo scesi a compromessi e l’applicazione può considerarsi ottimale. C’è ancora necessità d’intervento per quel che riguarda il collegamento tra i software dei professionisti della salute e la CIP, quindi dei cosiddetti sistemi primari. In questo ambito, mi auguro che arriveranno proposte anche da parte dei produttori di software.

 

Secondo Lei, quali sono i vantaggi della CIP?

Innanzitutto è un vantaggio per i pazienti, che hanno a disposizione in ogni momento una panoramica aggiornata e sistematica di tutti i loro dati e documenti sanitari più importanti, dai rapporti di operazione fino alle ricette per i medicamenti. Ma lo è anche per i professionisti della salute: tutti, dai chirurghi ai fisioterapisti in tutta la Svizzera, avranno accesso alle stesse informazioni, per esempio su malattie pregresse, gruppo sanguigno, allergie e così via. Ovviamente tutto ciò solo in caso di autorizzazione da parte del paziente. Questo vale anche per la possibilità di accesso in situazioni di emergenza che, se attivato consapevolmente dall’utente, consente ai medici di accedere rapidamente a informazioni importanti.

 

Un’ultima dichiarazione sullo stato attuale dell’introduzione della CIP?

Lo sviluppo della CIP non è terminato, bensì siamo solo agli inizi: stiamo creando le basi per la digitalizzazione del nostro settore sanitario.

 

*Gian-Reto Grond è responsabile della sezione Sanità digitale dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e responsabile dell’attuazione nazionale della CIP.



Novità sulla CIP